Indiscusso best seller dei consumi estivi, lo si apprezza per il gusto quanto mai gradevole e per le sue proprietà rinfrescanti e dissetanti. In realtà, come da tempo vanno sottolineando i nutrizionisti, il gelato ha tutte le carte in regola per essere considerato un vero e proprio alimento. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le sue caratteristiche nutrizionali.
Sano, nutriente, energetico, rapidamente assimilabile e facilmente digeribile, il gelato è oltretutto un alimento equilibrato e pressoché completo; in esso sono infatti racchiusi, in ottime proporzioni, molti degli elementi e dei nutrienti essenziali alla nostra alimentazione e al nostro benessere. Ma quali sono i valori nutrizionali del gelato e le sue calorie?
Indice
I nutrienti del gelato
Per conoscere i i valori nutrizionali del gelato dobbiamo analizzare i suoi ingredienti. In sostanza, il gelato contiene ciò di cui il nostro organismo necessita per funzionare al meglio e assolvere compiutamente ai suoi bisogni, praticamente in ogni fase della nostra vita.
Grazie alla presenza di ingredienti nobili come il latte, la panna, le uova, lo zucchero, la frutta, il cioccolato, il gelato apporta infatti
-zuccheri
(glucidi) facilmente assimilabili come il saccarosio e il lattosio, contenuto nel latte. Questi zuccheri hanno il vantaggio di essere assorbiti velocemente dall’organismo e vanno a costituire una riserva energetica prontamente disponibile, indispensabile per lo svolgimento delle attività quotidiane. Nel gelato il contenuto medio di zuccheri può variare dal 23-25 % dei gelati alle creme al 26-28 % dei sorbetti di frutta;
-grassi
(lipidi) di origine sia animale – derivanti dal latte e dalla panna- sia vegetale, contenuti nella frutta secca e nel cioccolato. Nonostante la loro cattiva reputazione, i grassi sono indispensabili nell’alimentazione, in quanto forniscono energia e contribuiscono al trasporto delle vitamine liposolubili (A,D,E,K). I grassi presenti nel gelato, in quantità variabile dallo 0% dei sorbetti di frutta fino al 10% del gelato di nocciola, sono inoltre di buona qualità; in particolare, nei gelati di frutta secca e di cioccolato è presente una quota notevole di grassi insaturi che avrebbero la particolarità di abbassare il livello di colesterolo cattivo (LDL) nel sangue;
-proteine
(protidi) ad alto valore biologico, come quelle del latte e delle uova, ricche di aminoacidi essenziali, che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare (e che dunque vanno introdotti con l’alimentazione). Le proteine assolvono svariate funzioni vitali e contribuiscono in particolare alla crescita e alla riparazione delle strutture e dei tessuti del nostro corpo, oltre a svolgere un ruolo nella difesa immunitaria. Sono presenti nei gelati base latte in quantità variabili dal 2,7 al 5,5%, mentre non raggiungono l’1% nei gelati base acqua;
-sali minerali
in particolare calcio e fosforo (dal latte) in buone quantità e in rapporto tra loro equilibrato, essenziali per la crescita e il mantenimento delle ossa; magnesio (in misura più rilevante nel gelato di frutta secca), elemento cui di recente è stata attribuita una notevole importanza per numerose funzioni, non ultimo il benessere del sistema nervoso; e poi ferro, potassio, modeste quantità di sodio;
-vitamine
di riconosciuto valore per la buona salute dell’organismo, come la vitamina A (presente in buone quantità nei gelati base latte), la E (nei gelati al cioccolato), il gruppo B, la C, la D, la K.
Tutto ciò non significa ovviamente che si possa vivere di solo gelato (neanche d’estate!) o che lo si possa consumare in quantità esagerate, ma piuttosto che il suo ruolo nella moderna alimentazione, così attenta alla forma e al benessere, andrebbe riconsiderato e rivalutato analizzando con cura i valori nutrizionali del gelato.
Quando e perché il gelato fa bene
Riconsiderare questo “dolce” come un vero e proprio alimento, valutando attentamente i valori nutrizionali del gelato, significa inserirlo correttamente all’interno di un regime dietetico adeguato alla propria età, alla propria forma fisica e al proprio stile di vita.
È utile sapere che, a parte rare eccezioni, il gelato fa bene praticamente a ogni età
-nell’infanzia rappresenta un’ottima fonte di nutrimento e di energia, particolarmente utile in caso di inappetenza in quanto il suo gusto gradevole e vario ne favorisce l’assunzione; la presenza di calcio, vitamine del gruppo B e proteine lo rende inoltre funzionale al processo di accrescimento delle ossa e dei tessuti, così importante in questa fase della vita. A partire dal primo anno d’età può essere tranquillamente somministrato come merenda, sia pure con una certa gradualità e dando la preferenza ai gusti semplici, come il fiordilatte. Inizialmente è meglio evitare la fragola, il cioccolato, il caffè e la frutta secca, potenzialmente allergizzanti;
nell’adolescenza può costituire una valida alternativa al consumo di latte fresco, che molti ragazzi rifiutano e il cui apporto di calcio e proteine è invece importantissimo dato che entro i 20 anni si costruisce la maggior parte della massa ossea; è inoltre indicato agli studenti perché in grado di fornire energia velocemente, senza appesantire e a chi pratica sport, in quanto aiuta a reintegrare i sali minerali e l’acqua dissipati durante l’attività sportiva;
-nell’età adulta, oltre al calcio che aiuta a mantenere in buona salute le ossa e a prevenire l’osteoporosi, regala anche una buona quota di zuccheri che aiutano a sintetizzare la serotonina, conosciuta anche comeormone del buonumore;
in gravidanza aiuta a far fronte all’aumentato fabbisogno proteico della futura mamma e contemporaneamente – grazie al suo contenuto in calcio e fosforo – favorisce lo sviluppo del bambino;
-nella terza età, salvo controindicazioni mediche (come il diabete) può rappresentare un valido aiuto nei frequenti casi di inappetenza, per via del gusto gradevole, della facilità di assunzione (non serve masticare…), della digeribilità; d’estate, inoltre, aiuta a combattere il caldo e la disidratazione.
Quando il gelato può dare problemi
Sulla base dei valori nutrizionali del gelato possiamo dire che sono rari i casi in cui può creare problemi; questi sono legati principalmente a malattie metaboliche o a intolleranze nei confronti di alcuni ingredienti.
Il vantaggio di vivere nel Terzo Millennio è però dato dal fatto che se una volta il divieto di gelato era pressoché assoluto, oggi spesso è consentito… aggirarlo, o almeno alleggerirlo.
Così, nel caso del diabete non è detto che il gelato sia off limits, l’importante è che a dare semaforo verde al suo consumo sia sempre e comunque il medico curante; anche nel caso di gelati senza zuccheri aggiunti o dolcificati con la stevia, la pianta sudamericana di cui sono allo studio le proprietà ipoglicemizzanti.
La moderne linee guida della diabetologia tendono comunque, quando possibile, a non escludere in toto il consumo di un alimento ma piuttosto a contenerlo, stabilendone modalità (per esempio, mai a stomaco vuoto) e tempi di consumo.
Al di la dei valori nutrizionali del gelato, ben diverso il caso delle intolleranze, peraltro in sensibile aumento nella società odierna: ormai, fortunatamente, le gelaterie italiane sono in grado di offrire prodotti senza latte e derivati, senza uova, senza glutine. Esistono addirittura coni ad hoc per chi deve evitare tali componenti; purtroppo non sono ancora molto diffusi, ma in fondo c’è sempre la coppetta!
Qualora si sia soggetti a qualche problema di questo genere, è consigliabile esporlo al gelatiere che sarà in grado di indicare con chiarezza e onestà quali tipi di gelati possono essere consumati nei vari casi.
Un’ultima considerazione va fatta per le persone che devono seguire un regime alimentare ipocalorico e in questo i valori nutrizionali del gelato contano molto. La leggenda da sfatare è che esso faccia ingrassare: non è così, a patto di consumarlo non in aggiunta ma in sostituzione di altri alimenti.
Un sorbetto alla frutta a conclusione di un pasto leggero non fa schizzare in alto le calorie ingurgitate e può rappresentare un piccolo peccato di gola che aiuta a sopportare meglio… altre limitazioni.
Attenzione invece alla scelta arbitraria di sostituire integralmente il pranzo con un gelato, o peggio un sorbetto alla frutta; sull’immediato ci si sentirà sazi, ma dopo poco tempo la fame ritornerà con prepotenza. Per evitare questo effetto boomerang, è consentito sostituire il pasto con un gelato base latte accompagnato da frutta fresca.
Per gli spuntini, benissimo i sorbetti di frutta o i gelati a basso tenore calorico, da compensare poi con una maggiore attenzione alle calorie del pasto successivo.
Le calorie del gelato
Il primo fattore da considerare in caso di dieta è, ovviamente, l’apporto calorico. E qui può sorgere qualche problema.
Se nel caso dei gelati confezionati è sufficiente leggere l’etichetta, per i gelati artigianali la faccenda si fa più complicata, in quanto poche gelaterie informano il consumatore e il calcolo fai-da-te rischia di essere piuttosto approssimativo, in quanto dipende dagli ingredienti utilizzati.
Per approssimazione, comunque, si può dire che 100 g di gelato alla frutta – la quantità contenuta in un cono relativamente abbondante, per intenderci – apportano mediamente 125 calorie che salgono a circa 200-220 per i gelati alle creme più ricchi(cioccolato e frutta secca).
In ogni caso, si tratta di un apporto calorico relativamente limitato, paragonabile e in molti casi sensibilmente inferiore a quello fornito da altri snack o merende.